Benvenuto alla tredicesima parte del nostro programma di 21 giorni
OSHO: Meditazione per persone indaffarate
Strategie per alleviare lo stress di chi non ha tempo per meditare.
INTRODUZIONE
Essere impegnati vuol dire “fare delle cose”, non è vero? E ovviamente noi facciamo cose per raggiungere delle mete, che sia accontentare un nuovo amico oppure realizzare il target di vendite stabilito. E ci rattristiamo se il nostro agire non produce un risultato particolare. Ma come mai spesso non siamo neppure contenti quando realizziamo i nostri sogni?
Il programma di oggi mette in discussione l’idea che tu debba sempre lavorare per realizzare qualcosa. E la meditazione “Stai semplicemente in piedi sulla terra” sembra riferirsi al non fare nulla. Ma ciò che Osho chiama “non-fare” è qualcosa di diverso… è un segreto per goderti tutto ciò che fai.
Nel discorso di oggi, Osho parla di non-fare. E spiega che non si tratta di non fare nulla, ma di fare qualcosa con totalità tale da perdersi nell’attività, così da ritrovarti a fare qualcosa, senza alcuna volontà implicata.
OSHO TALK – Le parole di Osho
Tu hai detto che la meditazione è “non fare”. Ma, per perdermi in un’attività, non mi sono richieste la focalizzazione, la scelta, la volontà?
Se focalizzi, rimarrai presente; se scegli, colui che sceglie rimarrà presente; se vuoi, il tuo ego non potrà scomparire. Se vuoi veramente perderti in qualsiasi attività, non devi essere colui che sceglie e devi lasciar perdere, abbandonare la tua volontà.
Per perderti in qualsiasi attività – la pulizia del pavimento, la danza, la pittura, amare, può essere un’azione qualsiasi – per perderti in essa, devi lasciar cadere la tua volontà. Devi essere simile a una foglia morta trasportata dal vento: la foglia morta va dovunque soffi il vento; se il vento va a sud, la foglia dice sì; se il vento va a nord, la foglia dice sì; se il vento la lascia sul terreno, la foglia dice sì. La foglia conosce solo il sì, non conosce alcun no: dice sempre sì e quello è il momento della benedizione, della beatitudine. Allora non ti sentirai mai frustrato, perché in te non ci sarà nessuno che si sentirà frustrato. La frustrazione scaturisce dall’aspettativa. La sconfitta scaturisce dalla tua volontà.
Osserva le facce delle persone: sembra che, prima o poi, riflettano tutte la sconfitta. Fatta eccezione per i bambini, scoprirai in tutti la sconfitta. I bambini sorridono e ridono ancora, perché non sanno cosa accadrà loro. Ben presto il loro sorriso scomparirà, la loro risata scomparirà; in breve tempo diventeranno aridi come il deserto, proprio come tutti gli altri. Guarda gli anziani, guarda come vivono e come sono delusi. Avevano grandi sogni e tutti i loro sogni sono falliti; si sentono totalmente frustrati, fino alle radici. Vivono unicamente in un clima di frustrazione.
Ecco perché gli anziani sono irritati cronici: la vita li ha beffati. Quando hanno iniziato il viaggio della vita, com’erano grandi le loro fantasie e quanti sogni avevano! A poco a poco, tutti i sogni si sono polverizzati; e quando un uomo riesce a comprendere che tutto l’affare chiamato vita è una sorta di idiozia, si sente veramente frustrato: «Che scherzo è mai questo?»
Tutto ciò accade a causa dei vostri sogni, delle vostre aspettative, delle vostre ambizioni, della vostra volontà. Volevate fare qualcosa nel mondo e non avete potuto, di conseguenza vi sentite impotenti.
Il mio insegnamento è questo: per favore, non fate niente nel mondo, lasciate che le cose accadano e non vi sentirete mai frustrati; la vostra vita rimarrà fresca, più fresca che mai e sarete in grado di sorridere fino all’ultimo istante! Morirete sorridendo; sarete conquistatori senza aver fatto alcuno sforzo per conquistare, perché tutti gli sforzi per conquistare qualcosa portano alla sconfitta. I veri conquistatori sono coloro che non hanno mai tentato di conquistare. Questo è il paradosso che dovete comprendere: guadagnano realmente coloro che non hanno mai pensato di guadagnare qualcosa; coloro che hanno vissuto semplicemente momento per momento, godendosi il mattino, il pomeriggio e la sera.
Tu mi chiedi: Hai detto che la meditazione è “non fare”.
È vero, ma non sto dicendo che un meditatore debba diventare pigro, indolente. No! Egli farà mille e una cosa, ma non sarà mai colui che fa: devi ricordarlo.
È accaduto: un Maestro Zen stava tagliando la legna.
Un uomo venne a interrogarlo: aveva udito parlare di quel Maestro; aveva fatto un lungo viaggio, per raggiungere le montagne sulle quali viveva con i suoi discepoli. Chiese dunque a quel taglialegna – non poteva pensare che un Maestro stesse tagliando la legna – gli chiese: «Ho udito parlare di un grande Maestro Zen, un illuminato. Dov’è?»
Il Maestro gli rispose: «Guardami! Sono io quel Maestro».
Il ricercatore pensò che quell’uomo fosse pazzo. Tuttavia, per essere educato; ed è meglio essere educato con un pazzo… aveva in mano un’ascia enorme, e chissà? Aveva un aspetto tanto feroce…
Il Maestro ripeté: «Sono io quel Maestro. Cosa vuoi?»
Quell’uomo commentò: «Dunque tu sei quel grande Maestro! Cosa facevi prima della tua illuminazione?»
Il Maestro rispose: «Tagliavo la legna e attingevo l’acqua dal pozzo».
«E adesso, cosa fai?»
Il Maestro rispose: «Taglio la legna e attingo l’acqua dal pozzo».
L’uomo chiese: «Qual è la differenza? A che scopo ti sei illuminato, se continui a tagliare la legna e ad attingere l’acqua dal pozzo?»
Il Maestro scoppiò in una risata… le montagne devono avere riso con lui e anche gli alberi. Nei dintorni del monastero, raccontano che dopo migliaia di anni, a volte si sente ancora quella risata… Il Maestro scoppiò in una risata e rispose: «Sciocco! Prima dell’illuminazione, io tagliavo la legna, io attingevo l’acqua dal pozzo. Adesso l’acqua è attinta, la legna è tagliata: non sono io colui che fa, questa è la differenza».
Non sto dicendo che un meditatore debba diventare pigro, non sto dicendo che un meditatore debba diventare ottuso e morto. Di fatto il meditatore avrà molta più energia di quanta non ne abbia mai avuta chi non medita; e l’energia avrà una danza sua propria: taglierà la legna, attingerà l’acqua dal pozzo.
È inevitabile che un meditatore diventi più creativo; solo un meditatore può essere creativo, poiché tutta la sua energia converge nel momento presente. L’energia è talmente tanta che comincia a traboccare: la sua coppa è piccola e l’energia è talmente tanta che comincia a traboccare. Ma il meditatore non è qualcuno che fa: le sue azioni non sono frutto della sua volontà. Danza, perché scopre che la danza sta accadendo; ama, perché scopre che l’amore sta accadendo.
Io ti insegno la meditazione, non la concentrazione. Questa è la differenza: meditazione è essere semplicemente aperto, rilassato, una disponibilità a tutto ciò che sta accadendo; e allora, all’improvviso discende il silenzio, il trascendente penetra in te, il cielo permea la terra.
Tratto da: The Secret of Secrets – Discorso 28, seconda domanda
Disponibile in italiano: Il sacro fuoco
ISTRUZIONI per la MEDITAZIONE
E adesso la meditazione. Per molti di noi, il nostro stile di vita implica una grande quantità di tempo passata davanti a uno schermo, con un’enorme lavorio nella testa e nella parte superiore del corpo. La parte inferiore del nostro corpo spesso è comunque già deperita e morta, a causa di secoli nei quali la nostra sessualità naturale è stata repressa.
Molte persone vivono nella testa, o al massimo nel tronco, fino all’ombelico – ma non oltre quel punto, per cui metà del corpo è praticamente paralizzata; e di conseguenza, anche metà della vita è paralizzata.
Il risultato di questa situazione è che così molte cose diventano impossibili, perché la parte inferiore del corpo è simile alle radici. Le nostre gambe sono le radici e ci connettono con la terra. Molte persone sono sospese nell’aria, come fantasmi, sconnesse dalla terra, con il terreno sotto i loro piedi.
Ci si deve muovere di nuovo verso i piedi, per tornare a essere un’unità, un unico elemento, un tutto unico.
A questo è molto utile la semplice tecnica di oggi. È una pratica eseguibile nei piccoli intervalli della tua giornata. La cosa migliore è praticarla all’esterno, in un giardino o in un parco, ma la puoi anche fare da qualsiasi altra parte, se non hai a disposizione quegli ambienti.
Prima leggerò le istruzioni, poi faremo una breve pratica. La tecnica si chiama:
STAI SEMPLICEMENTE IN PIEDI SUL TERRENO
Amplia sempre di più la tua percezione nei piedi. A volte stai semplicemente in piedi sul terreno, senza scarpe, e senti la freschezza, la morbidezza, il calore. Qualsiasi cosa la terra è pronta a donarti in quel momento, limitati a sentirla e lascia che fluisca attraverso di te. E permetti alla tua energia di fluire nel terreno. Sii connesso con la terra.
Se sei connesso con la terra, sei connesso con la vita. Se sei connesso con la terra, sei connesso con il tuo corpo. Se sei connesso con la terra, diventerai molto sensibile e centrato – e questo è ciò che occorre.
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Bene. Adesso, per concludere, prendiamoci un minuto per farne pratica. Stai in piedi, ovunque sei, e se ti è possibile, togliti le scarpe. Suonerò i cimbali, quando l’esercizio è terminato.
Dunque, mentre sei qui in piedi, sentiti sempre più presente nei piedi, sentine il sostegno, la freschezza o il calore, e qualsiasi altra cosa la superficie sotto di essi è pronta a darti, e lascia che scorra attraverso di te. E permetti alla tua energia di scorrere nella terra, nel terreno. Sii sensibile a questa connessione e lascia che diventi una centratura.