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COLTIVARE L’ARTE DELL’ASCOLTO

Senza ascolto la vita può solo essere mancata, compromessa e infine perduta

L’udito di per sé non presuppone l’ascolto. Diversi fattori inibiscono questa facoltà fin dai primi anni di vita. Per tanti motivi, si apprende che per farsi notare, essere al centro dell’attenzione, spiccare nel gruppo, imporsi… ciò che conta è imparare a parlare. E per altrettanti motivi l’ascoltatore diviene qualcuno di subordinato, gregario, per tanti motivi “inferiore”. Dunque, qualcosa da evitare!

Tuttavia, in termini evolutivi, coltivare l’arte dell’ascolto è il fattore chiave che può fare la differenza. Lo rivela lo stato delle cose attuali nel mondo: la maggior parte dei conflitti in atto hanno alla base l’incapacità di vedere e ascoltare il punto di vista altrui; l’insieme dei conflitti nelle coppie nasce dall’incapacità di comunicare, frutto di un’assoluta ignoranza dell’ascolto come elemento indispensabile di qualsiasi dialogo. Ma l’ottundimento o l’assenza di questa facoltà, comporta pericoli e rischi ancora più gravi: incidenti, malattie e disturbi della psiche dipendono fortemente dall’aver dimenticato – o dal non aver mai coltivato – l’ascolto di sé.

I motivi per coltivare l’arte dell’ascolto sono dunque infiniti, a partire dal fatto che l’oblio di sé è la peggior disgrazia che possa capitare. E, purtroppo, tutti ne subiamo già le conseguenze!

Questo corso offre comprensioni, intuizioni, espedienti, metodi e suggerimenti che possono risvegliare e ravvivare questa facoltà, la cui attivazione e cura dipende fortemente dall’intima comprensione che senza ascolto la vita può solo essere irrimediabilmente mancata, compromessa e infine perduta.

Ciascuno avrà vissuto situazioni che confermano l’importanza di aprirsi all’ascolto. Il consiglio è di non considerare questi testi come teorie futuribili, quanto piuttosto ipotesi da elaborare, sperimentando e dando tempo ai metodi suggeriti di sedimentare nel proprio quotidiano, così da equilibrare l’abitudine ormai innata che porta tutti noi a pretendere ascolto e al tempo stesso a negare e negarsi qualsiasi spazio e tempo per ascoltare!

Il programma non prevede passi pre-organizzati. Ciascuno può scegliere da dove iniziare, privilegiando uno degli esercizi suggeriti, per rendere attiva e fattiva la comprensione di ciò che Osho comunica.

E per meglio ascoltarlo, ecco il suo consiglio “principe”:

Qualunque cosa io dica non è nulla di nuovo,
né è qualcosa di vecchio.
Oppure è entrambe le cose –
la cosa più antica e la più nuova.
E per saperlo non occorre che ascolti me.

Ascolta gli uccelli al mattino
oppure i fiori e i fili d’erba nel sole
e lo sentirai,
e se non sai come ascoltarli
allora non lo saprai neppure da me.

Dunque ciò che conta non è cosa ascolti
ma come ascolti,
perché il messaggio è ovunque, è dappertutto,
è in ogni luogo.

Ora ti parlerò dell’arte di ascoltare:
cammina finché non sei esausto o danza oppure
respira vigorosamente
e poi, lasciandoti cadere a terra, ascolta;
oppure ripeti il tuo nome gridando a perdifiato finché
non sei esausto, poi fermati all’improvviso e ascolta;
oppure sul punto di addormentarti
quando il sonno non è ancora giunto
e lo stato di veglia lentamente svanisce,
all’improvviso sii all’erta e ascolta.

E allora mi sentirai.

Osho, Una tazza di tè