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La scienza dell’ascolto

L’arte dell’ascolto è il primo passo nella dimensione dello spirito

Una mezza verità è più pericolosa. Una mezza verità ha bagliori di vita, il respiro si muove ancora, il paziente non è morto, sembra vivo, il corpo è ancora caldo, non completamente freddo, il sangue circola ancora, sembra vivo.

Una mezza verità è peggio di una menzogna. L’intera lotta di Mahavira è contro le verità parziali, non contro le menzogne; infatti, quando si ascolta una bugia, si capisce immediatamente che si tratta di una bugia. Le verità parziali ingannano.

Mahavira ha dato vita a una nuova filosofia esistenziale chiamata syaatvaad. Qualcosa di multidimensionale: il suo intento è raccogliere tutte le verità unidimensionali.

La storia di quei cinque ciechi che parlano di un elefante è vera: la verità è una sintesi di tutte le loro comprensioni parziali.

L’orecchio ha una qualità che è più totale, rispetto a quella degli occhi. Quando ascolti, ascolti da tutte le direzioni: l’ascolto è simile a una lampada che arde e la cui luce si sprigiona in tutte le direzioni. Gli occhi sono come una torcia che illumina in un’unica direzione.

Mahavira afferma che la filosofia è unidimensionale e la scienza dell’ascolto è multidimensionale.

Mahavira ha fornito una tecnica davvero rivoluzionaria: ascolta. Se entri in meditazione ascoltando, puoi scendere a profondità maggiori, che non osservando.

Ecco perché tutti i meditatori, mentre sono in meditazione, chiudono gli occhi. Chi medita, suggerisce di chiudere gli occhi. È qualcosa che è fondamentale comprendere: il divino che è l’esistenza ha creato gli occhi in modo tale che possano essere chiusi e aprirli a piacere. Le orecchie non sono fatte nello stesso modo, non è possibile chiuderle. Gli occhi sono nelle tue mani, mentre le orecchie sono nelle mani del divino: non è in tuo potere aprirle o chiuderle.

Quando sei in coma o in un sonno profondo, le orecchie restano aperte mentre gli occhi sono chiusi. Un uomo profondamente addormentato non può vedere un illuminato che gli siede accanto, ma se una persona lo chiama per nome, immediatamente sente. Noi tutti siamo addormentati, ragion per cui siamo molto lontani dall’arte dell’ascolto.

Gli occhi vengono chiusi, ma anche se fossero aperti possono vedere soltanto verità parziali, con gli occhi non si può vedere una verità nella sua interezza. Se qualcuno raccoglie un sasso e te lo mette in mano, non puoi vederlo nella sua interezza. Potrai vedere solto la parte visibile, mentre l’altra rimane nascosta. Se gli occhi non possono vedere completamente un piccolo sasso, come potranno vedere completamente la verità sconfinata, il divino? Chiunque abbia dato rilevanza al vedere, ha creato una filosofia unidimensionale.

La filosofia di Mahavira è completa. La verità non deve essere vista, devi ascoltarla. La verità non è un oggetto da vedere: è un’esperienza della persona che parla; ciò che dirà, tu l’ascolti. Se anche avessi di fronte a te Mahavira, non vedresti nulla. Moltissime persone hanno incontrato Mahavira, ma non per questo l’hanno visto. È stato cacciato da ogni villaggio, l’hanno preso a sassate. Ebbene, qual è il problema, incontrando Mahavira? Una persona davvero splendida è stata ignorata; purtroppo la gente è cieca, non è in grado di vedere nulla.

Però può ascoltare.

L’arte dell’ascolto è il primo passo nella dimensione dello spirito, nella sfera della religiosità.
In cosa consiste l’arte dell’ascolto e come ascoltare?
Quando ascolti, non pensare; infatti, se pensi, non puoi ascoltare ciò che vi viene detto. Ascolterai qualcos’altro!
Mentre ascolti, metti da parte ogni idea preconcetta, altrimenti ogni cosa verrà alterata.

Se metti la sveglia alle quattro del mattino per prendere un treno, quando l’allarme suonerà sognerai di essere in un tempio con le campanelle che trillano. Quando suonerà l’allarme creerai una scusa per non svegliarti. Più tardi, svegliandoti, ti chiederai cosa non ha funzionato. Avevi messo la sveglia all’ora giusta, ma hai sognato… e hai perso il treno!

Quando ascolti con delle idee che frullano nella tua mente, ascolterai qualcos’altro.

Un giorno Mulla Nasruddin andò a trovare un amico. Chiacchierando non si accorse che si era fatto tardi e ormai era notte fonda.
L’amico gli disse: “Tua moglie ti sgriderà per essere rientrato tardi.”
Il Mulla disse: “Mi credi così succube di lei? La prima parola che pronuncerà sarà ‘tesoro’.”
L’amico, che conosceva la moglie del Mulla, commentò: Non ci credo!”
Il Mulla lo sfidò a scommettere. Così entrambi andarono a casa del Mulla e, arrivato davanti a casa sua, il Mulla disse: “Tesoro…”. La moglie, furiosa, strillò: “Tesoro… un corno! Vai al diavolo!”
Al che il Mulla disse all’amico: “Visto, cosa ti avevo detto… la prima parola che ha pronunciato è stata ‘tesoro’!”

Se ascolti in base a delle idee, con dei pregiudizi, ascolterai qualcosa di diverso. Renderai falsa una verità.

Con Mahavira, il Buddha, Krishna, Zarathustra e Gesù voi tutti avete perso un’occasione; purtroppo avete capito qualcos’altro. Chi ascolta ha una mente potente, ha idee, pregiudizi, stereotipi che interferiscono.

Quando ascolti, metti da parte la mente, allora comprenderai ciò che Mahavira intende con “ascolto”.

Non portarti dietro la mente, quando ascolti; mettila là dove ti sei tolto le scarpe, entrando. Lasciala lì di fianco: entrare in un tempio con le scarpe non è così peccaminoso come portare la mente all’interno di quello spazio sacro; se lo fai, meglio sarebbe non esserci entrato.

L’arte dell’ascolto apre soglie incredibili di beatitudine e auto-guarigione. E ti dà la comprensione di cosa sia il peccato.

L’arte dell’ascolto purifica i tuoi occhi, permettendo di distinguere tra ciò che è bene e ciò che è male; diventi simile a un cigno. Ecco perché i santi vengono chiamati paramhansa – il cigno sublime: i loro occhi sono così limpidi, liberi da pensieri, idee. Essi non travisano la verità: vedono ciò che è il Vero.

Nessuno di voi è lontano dal tempio della verità; in realtà, ci state girando intorno da tempo immemorabile. Il divino che è l’esistenza è disponibile dovunque, ogni cosa ruota intorno a lui,: quando vedi, vedi lui, quando ascolti, ascolti lui. Quando ascolti il canto di un cuculo, il fragore di una cascata, il fruscio della brezza che passa tra gli alberi… è il divino che sta passando vicino a te, ma tu non riesci a riconoscerlo.

Eri seduto su un cumulo d’oro; purtroppo, non avevi alcuna pietra di paragone per testarlo. Voi tutti siete seduti su un mucchio di diamanti, ma non avete gli occhi di un gioielliere per riconoscerli.

Da un discorso di Osho tenuto alla Patkar Hall di Bombay, 18 agosto 1971
Tradotto dall’hindi in inglese da Bhavesh Bhanjana e
dall’inglese in italiano da Suha.
Editing finale di Anand Videha