MEDITA SULL’IMPATTO DEL SUONO
MEDITA SULL’IMPATTO DEL SUONO
Anche se non capisci la lingua, se ascolti un mio discorso… siedi in silenzio, come fossi analfabeta… e medita sull’impatto del suono.
«Anche se non capisci la lingua, se ascolti un mio discorso in hindi, puoi trarne un beneficio. Chi non capisce l’hindi, dovrebbe chiudere gli occhi e ascoltare semplicemente i suoni.
Siedi in silenzio, come fossi in meditazione: molte volte è accaduto che la verità non compresa attraverso le parole, venisse colta semplicemente ascoltando i suoni.
Quando parlo in inglese, chi non capisce l’inglese non dovrebbe pensare che ascoltarmi sia uno spreco di tempo. Dovrebbe chiudere gli occhi e meditare sul suono delle mie parole, senza sforzarsi di comprendere la lingua. Non è affatto necessario cercare di comprendere una lingua che non si conosce.
Siedi in silenzio, come fossi analfabeta… e medita sull’impatto del suono. Ascolta semplicemente: quell’ascolto diventerà meditazione e ne otterrai un beneficio senza paragoni.
Ciò che conta realmente non è capire, ma diventare silenziosi. Ascoltare non è il punto chiave, la cosa importante è diventare silenziosi.
In verità, accade un’infinità di volte che qualsiasi cosa capisci diventa un ostacolo. Di fatto, è perfetto ascoltare qualcosa che non comprendi per niente; in questo caso il pensiero non può interferire. Quando una cosa non è capita, il pensiero non ha modo alcuno di interferire… semplicemente si arresta.
Pertanto, a volte ascoltare il semplice frusciare del vento tra gli alberi, il canto degli uccelli, il suono dell’acqua che scorre, è di gran lunga migliore dell’ascoltare i veggenti o i saggi.
In quei suoni privi di significato, scorrono le vere Upanishad, ma tu non le capirai… tuttavia, se riesci a restare in un semplice spazio di ascolto, ben presto il tuo intelletto si acquieterà, poiché la sua presenza non è necessaria. E quando il tuo intelletto si acquieta, vieni trasportato nel luogo che, di fatto, stai cercando.»
Osho – Fingers Pointing to the Moon, secondo discorso
I discorsi di Osho hanno una marcia in più che li rende unici. In effetti, la loro funzione essenziale è permettere di apprendere l’arte dell’ascolto in modo facile e immediato, ovunque ci si trovi.
Il raccoglimento che un libro crea in modo “freddo” e perlopiù inconsapevole, acquista vitalità e diventa tangibile, ascoltando quelle stesse parole dalla viva voce di Osho che la moderna tecnologia ha reso immortale.
Immergersi in un semplice ascolto, lasciando scorrere il flusso verbale e accompagnandosi a quell’oscillare sonoro, mette in contatto con se stessi e con l’esistenza in quanto vibrazione, facilitando il passaggio ulteriore che questi discorsi sollecitano: dissolversi e ritrovare se stessi nel silenzio, liberi da identità e identificazioni; liberi da stereotipi, pregiudizi, aspettative, rammarichi, frustrazioni; liberi di essere pura essenza vitale!
Un semplice essere vivi che l’immersione nel silenzio magnifica e riempie di infinite potenzialità, aprendo alla danza della vita e alla sua magnificenza.
Soltanto l’esperienza permette di comprendere l’incredibile differenza che una simile percezione comporta. Qui possiamo solo consigliare di concedersi questa opportunità e permettere a se stessi di utilizzare l’incredibile espediente ideato da Osho per sperimentare “il silenzio senza sforzo”: una chiave essenziale – è bene ricordare – per introdurre nella propria vita quotidiana una consapevolezza rilassata, lucida e affilata.
Il principio è semplicissimo.
Quante volte ti sarai detto, o quantomeno avresti voluto dire a qualcuno: «Se non smetti di parlare, come puoi ascoltare ciò che ti sto dicendo?»
È una situazione che noi tutti conosciamo benissimo, da entrambi i punti di vista! Ti è più facile rendertene conto quando è il tuo interlocutore che non smette di ribattere e interferire, saltando di palo in frasca: così facendo nulla di ciò che stai dicendo, entrerà mai in lui. Se però stai più attento, puoi renderti conto facilmente che anche tu sei sempre pronto a battibeccare e a reagire, quando qualcuno ti parla; e se scruti più a fondo, vedrai che in cuor tuo giudichi, analizzi, per portare il discorso a ciò che tu vuoi dire… in pratica, presti ben poca attenzione a ciò che ti viene detto.
Dentro di te è presente un perenne vorticare di pensieri, di solito non espresso a parole – è un semplice rimuginare interiore – tuttavia il risultato non è diverso di ciò che è frequente nei pubblici dibattiti: due o più persone si aggrediscono verbalmente, urlando e sovrapponendosi, con il solo risultato di restare sordi e insensibili, impedendo qualsiasi comprensione!
In pratica, la lezione evidente, legata a questo modo di parlarsi, è che non è possibile parlare e ascoltare… contemporaneamente!
Ipotizzando ora che tu sia interessato alla meditazione… prova a chiudere gli occhi per qualche minuto e osserva cosa accade dentro di te… lascia che tutto ciò che si muove in te sia così com’è… semplicemente osserva…
Chiudi gli occhi e fallo veramente…
Se l’hai fatto, ti sarai reso conto che nella tua mente scorre un continuo traffico di pensieri e di emozioni, apparentemente inarrestabile… ed è così per l’intera giornata. Anche nella notte, quel flusso non ti abbandona, mutandosi in sogni e quant’altro rende il tuo sonno agitato, a volte impossibile.
Di fronte a questa percezione, e al disagio che spesso comporta, molti avvertono il desiderio di trovare il modo di spegnere tutto quel frastuono, per avere un attimo di pace. E per molti sta diventando una necessità, considerato l’aumento folle di quel vorticare mentale dovuto al brulicare di informazioni, di interazioni e di un perenne essere connessi che impedisce qualsiasi assimilazione.
Come in molti altri aspetti della vita, oggi è lo stato delle cose a sollecitare l’importanza di staccare la spina, portando a chiedersi: «Esiste davvero qualcosa come un interruttore?»
Una domanda che sta diventando una vera questione di sopravvivenza, considerando i tanti effetti collaterali di quello che si caratterizza come un vero e proprio bombardamento, fautore di un brusio inarrestabile.
Se provi il bisogno o il desiderio di vagliare quantomeno la reale possibilità di un po’ di silenzio – oppure, se ti sei reso conto che, per ascoltare, devi essere in uno stato di quiete – ecco che risulta ovvio questo corollario: se vuoi imparare come essere in silenzio, è essenziale apprendere come ascoltare.
Proprio questo principio rende “l’arte dell’ascolto” – e la metodologia ideata da Osho – una delle soglie più rivoluzionarie alla dimensione della meditazione.
In realtà, vista in prospettiva, è proprio la via d’accesso rivoluzionaria per eccellenza! Infatti, risolve l’annoso dilemma, che soltanto Osho ha messo in luce, nell’intera storia della “scienza dell’essere” evolutasi fino ai giorni nostri.
È stato lui a chiarire che tutti i vecchi metodi di meditazione tradizionali, ideati in passato, hanno al proprio interno una contraddizione implicita che non è mai stata risolta.
Soltanto Osho, per la prima volta, ha spiegato: «Gli insegnanti di meditazione hanno sempre detto alla gente “Resta in silenzio, ma non fare nessuno sforzo”.»
Ma con quell’insegnamento si mette la persona in un dilemma davvero irrisolvibile; infatti, Osho ha spiegato: «Non c’è modo di essere in silenzio senza fare uno sforzo. Se fosse possibile, non sarebbe mai esistita la necessità di un maestro, non ci sarebbe stato alcun bisogno di insegnare la meditazione. Le persone sarebbero diventate silenziose, senza sforzo alcuno».
Chiarita questa impossibilità, Osho ha reso il suo parlare una semplice risposta a quel dilemma: «Io vi rendo consapevoli degli intervalli di silenzio, senza alcuno sforzo da parte vostra. Per la prima volta, parlare è utilizzato come una strategia per creare silenzio dentro di voi».
E ha spiegato: «In un istante, quando io divento silenzioso, tu diventi silenzioso… ciò che resta è soltanto un puro spazio di attesa. Tu non stai facendo alcuno sforzo, né lo sto facendo io».
Dunque, a differenza del normale conversare, comunicare, indottrinare, il suo parlare è un semplice espediente che aiuta a spostarsi dalla mente a ciò che viene chiamato nonmente. Osho si muove usando le parole, coinvolgendo in un discorso che incuriosisce e stuzzica la mente… ma essenzialmente non sono le parole il suo messaggio!
Si tratta soltanto di “dita che indicano la luna”. Oppure, come lui spiega: «Le mie parole sono soltanto dei vettori, dei contenitori. Il contenuto è del tutto diverso, è qualcosa di diametralmente opposto».
Per lui quelle parole, gli argomenti che tratta, per quanto ricchi di intuizioni e forieri di comprensione, restano “semplici giocattoli” e… «mentre tu ti trastulli con quelli, a livello subliminale avviene un’incredibile operazione chirurgica».
Una volta compresa e coltivata questa opportunità, il passo successivo, se si vuole amplificarne l’efficacia, sarà disimparare il modo in cui si è stati condizionati ad ascoltare; un meccanismo, in realtà, che dipende dalla mente, per sua natura legata a un perenne borbottare interiore, fatto di: “Sì, sono d’accordo”, “No, non sono d’accordo”; oppure: “Sì, mi piace”, “No, non mi piace” e via ciacolando.
A questa modalità che inibisce qualsiasi comprensione, è possibile contrapporre un’alternativa consapevole. Qualcosa che solo individualmente si può scegliere di introdurre nella propria vita: allenarsi ad ascoltare, senza giudicare, senza imporsi, senza interferire.
Per farlo, si può partire sperimentando l’ascolto di brani musicali – meglio se si utilizza la musica classica – oppure andando in ambienti naturali, dove poter ascoltare il frusciare del vento tra gli alberi, lo scorrere di un ruscello o di una cascata, oppure il cinguettare degli uccelli al mattino.
Ricorda: limitati ad ascoltare, in silenzio… non devi fare altro!
Una volta attivato quell’ascolto, puoi provare ad ascoltare le persone nello stesso modo: ascolta i suoni, le vibrazioni, le inflessioni… Ascolta soltanto, in silenzio.
Questo esperimento porterà a una scoperta sorprendente, descritta così da Osho: «Il vero ricercatore del Vero ascolta con una mente vuota, assolutamente vuota. Ascolta totalmente, senza fare valutazioni, senza giudizio; in questo caso non c’è alcuna possibilità di fraintendere.
E questo è il miracolo del “giusto ascolto”: se ascolti in silenzio, qualsiasi cosa sia vera, colpisce in profondità, da qualche parte, una corda nel tuo cuore, genera un ritmo. Da qualche parte, in profondità nel tuo cuore si verifica una sincronicità. Quello è il miracolo della verità: se la mente è in silenzio – e se viene detto qualcosa di vero – il tuo cuore inizia immediatamente a pulsare con quel sentire; inizia a danzare con la verità.
Quello è il vero essere d’accordo, non qualcosa di mentale, non un accordo dell’ego, ma qualcosa di esistenziale, di totale. In quel caso hai compreso; e se qualcosa non è vero, il tuo cuore resta freddo.
Dunque, non occorre preoccuparsi se una cosa sia vera o no: se lo è, tocca qualcosa di così profondo dentro di te, che neppure tu eri consapevole dell’esistenza di un simile abisso. E se non è vera, in te non si muove nulla.
Pertanto, è tutto il tuo essere che diventa decisivo, non soltanto la tua testa, che è un semplice frammento. E ricorda: non permettere mai che il frammento decida per il Tutto, lascia che sia la totalità a decidere.»
Questo esperimento è facilitato dall’archivio audio di Osho in cui sono raccolte migliaia di ore di discorsi registrati. Un patrimonio in grado di appagare l’interesse di qualsiasi mente; infatti, Osho ha parlato per anni, toccando un’incredibile gamma di tematiche, tra cui la meditazione, corpo-mente-spirito, filosofia, temi sociali contemporanei, salute, psicologia, educazione…
Osho International pubblica regolarmente su Facebook alcuni post di assaggio, archiviati qui
I discorsi di Osho sono stati trascritti e vengono pubblicati in forma di libri, così da permettere un primo passo introduttivo ai contenuti, appagando la mente e il suo bisogno di comprensione logica; ma sollecitando anche l’intuizione e nutrendo le altre qualità esistenziali, così da aprirsi alla vita, per coglierne l’essenza dalla prospettiva del Reale.
Qualora si volesse associare l’esperienza dell’ascolto alla lettura, si può scrivere a info@oshoba.it per verificare se il brano ascoltato su soundcloud è tradotto in italiano.
All’archivio completo di circa 5.000 ore di discorsi in inglese si aggiungono 4.000 ore di discorsi in hindi, tutti disponibili per il download a questo indirizzo on-line.
Non resta che provare… per un assaggio!
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Per lampi di intuizione immediati o per una connessione che ti accompagna ovunque vai, scopri le applicazioni disponibili su App store o Google play, digitando Osho.
I discorsi di Osho, per un totale di 3.000 ore circa, sono disponibili anche in formato video.
Su YouTube trovi un’ampia selezione, per la playlist italiana digita: http://goo.gl/PqKaY
Per una selezione tematica, visita http://www.osho.com/watch/osho-talks/
Moltissimi dei video proposti sono sottotitolati in italiano. Attivando i sottotitoli, è possibile partire da un ascolto focalizzato sulla comprensione, per poi aggiungere un secondo passaggio che faciliti la coltivazione dell’arte dell’ascolto, come descritto.
Per approfondire questo aspetto della proposta esperienziale di Osho, vai a questo articolo: La presenza di Osho quieora!