Bagliori di un’infanzia dorata
«Io non sono mai stato spirituale nel senso che tu dai a questa parola. Non sono mai andato nei templi o nelle chiese, non ho mai letto le scritture o seguito pratiche specifiche per trovare la verità, non ho mai adorato o pregato Dio. Nella mia vita non ho mai fatto nulla di tutto ciò; per cui puoi senz’altro dire che non ho mai fatto alcunché di spirituale. Ma per me la spiritualità ha una connotazione totalmente diversa: richiede un’individualità onesta; non permette alcun tipo di dipendenza. Crea una libertà fine a se stessa: non importano né il prezzo da pagare né le conseguenze. Non è mai nella folla, ma è solitaria, perché la folla non ha mai trovato alcuna verità. La verità è stata trovata soltanto nella solitudine.
La mia idea di spiritualità ha significati diversi dalla tua. Le storie della mia infanzia, se riesci a comprenderle, faranno riferimento a tutte queste qualità, in un modo o nell’altro. Nessuno può definirle spirituali. Io le definisco così perché, per ciò che mi riguarda, hanno fornito tutto quello a cui un uomo può aspirare.
Mentre ascolti i racconti della mia infanzia, dovresti provare a cercarvi una qualità, non nel racconto in sé: si tratta di una qualità intrinseca che corre come un filo sottile attraverso tutti i miei ricordi. E quel filo sottile è spirituale.
Spiritualità, per me, vuol dire semplicemente trovare se stessi. Non ho mai permesso a nessuno di assolvere questo compito in mia vece, perché nessuno lo può fare al posto tuo: lo devi fare tu, in prima persona!
E non lo puoi neppure fare direttamente: devi creare un’atmosfera particolare nella quale permettergli di accadere.
Accade da sé.
L’illuminazione, la liberazione, il risveglio, la realizzazione… tutte queste cose indicano un unico evento: qualcosa che accade.
Questo genera in molte persone una sottile paura: “Se è una cosa che accade, cosa possiamo farci? Accadrà quando accadrà!”
No, non è così. È qualcosa che accade, ma tu puoi fare molto per preparare il terreno, per fare in modo che accada.
Agli occhi di chi non comprende, preparare il terreno potrebbe non sembrare una cosa spirituale. Ma deve esserlo per forza, visto che l’illuminazione è accaduta! Il fine è la conferma che, qualsiasi siano stati i mezzi usati, erano sostanzialmente giusti. È la meta che dimostra che la via seguita era quella giusta.»
Osho – The Transmission of the Lamp, #10
Guarda il video in cui Osho condivide il fondamento della sua vita: Io vivo spontaneamente…
dalle impostazioni di youtube, puoi attivare i sottotitoli in italiano:
Bagliori di un’infanzia dorata
L’infanzia ribelle di un grande illuminato
Collana: Osho
Formato: 13,5 x 21,5
Illustrazioni: 8 fotografie
Pagine 400 – Prezzo 22,00 euro
Bagliori di un’infanzia dorata è il libro che raccoglie una messe sorprendente di narrazioni autobiografiche dei primi anni di vita di Osho.
Un’esperienza eccezionale, soprattutto perché assolutamente naturale e “ordinaria”: dalle prime avventure di bambino ribelle, istintivamente refrattario a ogni autorità che non fosse basata sul rispetto, la comprensione, l’amore e la consapevolezza, all’impatto con la morte della persona che più gli era cara: il nonno. Ai tanti incontri che hanno accompagnato il naturale fiorire dell’evento, cui tutti segretamente aspiriamo: sentirsi a casa nell’esistenza.
La coltivazione della dimensione interiore, il rafforzarsi della connessione con l’ignoto e progressivo affiorare del trascendente, la scoperta della meditazione… tutto scorre da una sorgente come un ruscello che si fa torrente e poi si espande, portando anche chi legge a toccare quell’oceano che noi tutti siamo – immemori del tesoro e del valore che nascondiamo dentro di noi. Tremendamente identificati nell’essere onde, calme o impetuose ma perennemente in conflitto.
Ed ecco che all’improvviso ci si trova affacciati su un abisso – quell’essere un tutto unico con l’esistenza che in Oriente è ritenuto la vetta abissale della consapevolezza umana – con la sensazione che tra le righe qualcosa pare guardarci e sicuramente ci invita, perché tutto nei racconti di Osho ricorda che quello è il nostro vero destino: il mistero che siamo chiamati a vivere.