Lettere d’amore all’esistenza

Lettere d’amore all’esistenza

«Love.
Ho ricevuto la tua lettera affettuosa.
Scrivi che le mie parole ti risuonano nelle orecchie;
ciò che voglio è che l’eco di queste parole
ti porti in quello spazio
dove tutto è silente, vuoto.
Questa è la via: dalle parole al vuoto.
Là si incontra se stessi.» Osho

~

Qualunque cosa io dica non è nulla di nuovo,
né è qualcosa di vecchio.
Oppure è entrambe le cose –
la cosa più antica e la più nuova.
E per saperlo non occorre che ascolti me.
Ascolta gli uccelli al mattino
Oppure i fiori e i fili d’erba nel sole
e lo sentirai,
e se non sai come ascoltarli
allora non lo saprai neppure da me.

Dunque, ciò che conta non è cosa ascolti
ma come ascolti,
perché il messaggio è ovunque, è dappertutto,
è in ogni luogo.

Ora ti parlerò dell’arte di ascoltare:
cammina finché non sei esausto
oppure danza
oppure respira vigorosamente
e poi, lasciandoti cadere a terra,
ascolta;
oppure ripeti il tuo nome gridando a perdifiato
finché non sei esausto,
poi fermati all’improvviso
e ascolta;
oppure sul punto di addormentarti
quando il sonno non è ancora giunto
e lo stato di veglia lentamente svanisce,
all’improvviso sii all’erta, attento, presente
e ascolta.

E allora mi sentirai.

Osho

Lettere d’amore all’esistenza

150 messaggi personali scritti da Osho resi universali dallo Spirito del Tempo

Collana: Oriente

Formato: 13 x 20

Pagine 272 – Prezzo 9,50 euro

L’anelito e la sete che provi per la verità sono una rara benedizione. Quando sono presenti, è inevitabile che un giorno accada un balzo nell’oceano della meditazione. Io ti vedo in piedi sulla riva: l’unica cosa necessaria è un semplice salto.” Lettera Nr. 7 – Un balzo nell’oceano
Il vorticare del mondo intorno a noi porta a dimenticare l’esistenza e il suo vero significato. Ricreare quella connessione potrebbe essere la chiave di volta, se non la soluzione, di una vita vissuta con dignità, in pienezza e davvero realizzata.
Nell’opera Osho invita a uscire alla vita, testimoniando la possibilità di essere e sentirsi a casa nell’esistenza; realtà in cui lui stesso ha posto la sua stabile dimora. E da lì scrive, sollecitando un risveglio, evocando le più segrete aspirazioni di quanti a lui si sono accompagnati, ricordando ciò che noi abbiamo perso di vista nel groviglio di impegni e preoccupazioni. In una parola: richiamando a se stessi e alla prima delle responsabilità che ci compete: essere se stessi e conoscere se stessi.
Qualcosa che noi tutti sembriamo rifuggire con tutte le nostre forze.
E in ognuna di queste lettere la traccia di fondo è la stessa: con calma, comprensione e benevolenza, questo raro Maestro di Realtà ricorda che, per quanto si possa temere o rifuggire l’incontro con se stessi, rimane comunque qualcosa di inevitabile. Perché allora non viverlo e non viversi con totalità, giocando, in allegria? Ed è proprio ciò che accade, allorché le sue parole toccano le corde più segrete del nostro animo.
Nelle premesse si suggerisce “come avvicinare questo libro” per non ridurre l’esperienza in esso raccolta a un ennesimo abito mentale.
Il suggerimento è imparare a godersi in tutta calma – una a una – queste lettere, in istanti liberi dalle distrazioni del mondo, per avvicinarsi piano piano al momento più edificante: quello in cui saremo noi stessi a iniziare a scrivere lettere d’amore all’esistenza.
Per facilitare questo processo, nell’opera vengono suggeriti alcuni metodi di meditazione di sicura efficacia e, soprattutto, alla portata di tutti.

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