“Siedi in silenzio nella tua stanza e inizia a parlare ai muri, ma non torturare le altre persone!
Parla con i muri… usa il gibberish!
Questo metodo dovrebbe essere insegnato a tutti. Il mondo diventerà più sano se si avesse la possibilità di stare semplicemente seduti nella propria stanza e parlare a voce alta per un’ora, senza rivolgersi a nessuno in particolare.
All’inizio sembrerà qualcosa di folle, lo è! Ma ti libererà da tutto ciò che ribolle dentro di te, ti calmerai, e dopo un’ora ti sentirai incredibilmente quieto.
È inumano forzare il proprio bla-bla-bla sulle altre persone… e lo puoi fare! In quel caso, quella gente si trova in difficoltà: qualsiasi cosa tu abbia detto loro continua a rimuginare nella loro testa; dovrà cercare qualcun altro, e così la cosa si propaga all’infinito. In questo modo, un problema che poteva essere risolto diventa il problema del mondo!
Tu potrai non esserci più, ma quel parlottio, quel blaterare, quel gibberish che hai propagato nella testa delle altre persone persisterà e durerà nei secoli a venire! Non c’è modo di porvi fine; in quel caso, diventa impossibile porvi fine.
Se vuoi vomitare, se vuoi sfogare il tuo pattume, per favore stabilisci di non scaricarlo su nessun altro essere umano. La gente ha già la propria immondizia, ed è un peso oltremodo oneroso, non aggiungerne altro.
Però, puoi andare al fiume e parlare alle sue acque. Il fiume non ascolterà, per cui non ci sono problemi: il fiume non impazzirà. Puoi rivolgerti a un albero e parlare all’albero, e puoi uscire e parlare alle stelle, oppure puoi parlare ai muri della tua stanza: tutto questo va benissimo. E se hai la sensazione che sia troppo folle, allora mettilo su carta: tieni un diario e scrivi tutto ciò che vuoi.
Devi liberarti della tua pressione, ma non dovrebbe entrare nell’essere di nessun altro; altrimenti sei violento. E se le persone imparano questo semplice espediente, il mondo diventerà più sano.”
Osho: “The Secret” cap. 12 – Quinta domanda
Il gibberish
“Gibberish è una parola che deriva dal nome del mistico Sufi Jabbar: non parlò mai in nessuna lingua conosciuta, si limitava a dire cose senza senso. Eppure aveva migliaia di discepoli, perché nel suo parlare così il messaggio era: “La vostra mente non è altro che questo, soltanto gibberish. Mettetela in disparte, e assaporerete il vostro essere”.
Usando il gibberish, non dire cose che abbiano un significato, in nessuna lingua che conosci: usa il cinese, se non lo conosci, oppure il giapponese, se non lo conosci; o il tedesco, se non lo conosci. Per la prima volta sentiti libero, così come lo sono gli uccelli.
Da’ semplicemente spazio a qualsiasi cosa affiori nella tua mente, senza preoccuparti della sua razionalità, della sua logica, del suo bisogno di senso e di significato; agisci come fanno gli uccelli.
Metti in disparte il linguaggio e la mente. Ammattisci pure, in quei suoni senza senso, ma conserva la tua presenza consapevole, così da diventare il centro del ciclone.
Lascia spazio a qualsiasi cosa affiori sulle tue labbra, senza preoccuparti del fatto che abbia senso o no: devi sfogare ed espellere tutto il pattume creato dalla mente, così che si formi uno spazio in cui il Buddha possa affiorare.”
Osho: ” Live Zen” capitolo 17