L’infelicità è causata da falsi valori
A causa della tua genialità nel sommare in te la sfera materiale e quella spirituale, e nel trascenderle entrambe, e poiché sembra che tu goda in abbondanza di entrambi i mondi, penso che molti di coloro che si accompagnato a te nella ricerca del Vero, e soprattutto tantissime altre persone che ti conoscono solo per sentito dire, siano invidiosi di te.
Di solito la gente prova invidia e risentimento e non vuole alimentare l’abbondanza. Se alimenta qualcosa, alimenta la povertà. Se tu vivessi seduto in una grotta – al freddo, nudo e in meditazione – saresti accettabile, ma tu non sei così. I ricercatori del Vero che si sono avvicinati a te per compiere un viaggio di integrazione del proprio sé, e che non avrebbero mai immaginato di possedere una Rolls Royce, dopo che tu ne hai accumulate a decine, sembra che anelino a possederne una – assai più che aspirare a raggiungere uno stato meditativo – sebbene siano con te da molti anni.
Sembra che tu stimoli la bramosia per le cose materiali, piuttosto che l’anelito per il trascendente – o almeno questo è il messaggio che alcuni hanno ricevuto da te. Potresti commentare?
Cambiare la struttura stessa della consapevolezza umana fa parte della mia intera strategia.
In passato la povertà, l’ascetismo, gli atteggiamenti masochisti sono stati riveriti. Si rispettava l’uomo che rinunciava a tutti i piaceri e a tutti gli agi. Si rispettava l’uomo che torturava se stesso: maggiore era la tortura, maggiore era il rispetto. L’intero passato dell’umanità è masochista, e tutte le religioni hanno dato un contributo a questa follia.
Il mio sforzo consiste nel cambiare un simile passato – le cui proporzioni sono gigantesche – e la sua influenza. Perciò si è trattato soltanto di uno stratagemma. Io non ho creato nelle persone desideri per le cose materiali: li hanno già, senza che qualcuno li crei! Certo, sono stati repressi tanto in profondità da dimenticare perfino di averli. Io non li creo: voglio soltanto togliere il coperchio, la repressione, e fare in modo che la persona si renda conto di desiderare una Rolls Royce più di quanto desideri l’illuminazione.
Questa presa di coscienza sarà un passo fondamentale verso l’illuminazione, poiché renderà quella persona consapevole della sua realtà e della sua bramosia.
Non avevo bisogno di avere novantatré Rolls Royce. Non avrei mai potuto usare contemporaneamente novantatré Rolls Royce – la stessa automobile, lo stesso modello. Ma volevo farvi comprendere con chiarezza che sareste pronti ad abbandonare ogni desiderio di verità, di amore e di crescita spirituale, pur di possedere una Rolls Royce. Ho creato coscientemente una situazione che avrebbe suscitato la vostra invidia.
La funzione di un Maestro è molto strana: deve aiutarvi a comprendere la struttura interiore della vostra consapevolezza, che è colma di gelosie e di invidie.
Tutte le tradizioni, e l’intero passato dell’umanità, hanno fatto l’esatto contrario. In tutte le tradizioni, i cosiddetti santi vivevano in modo da non suscitare mai la gelosia o l’invidia altrui. Tenetelo presente!
Al contrario, il cosiddetto santo suscita la vostra simpatia e il vostro rispetto: ma la rispettabilità non è la vostra realtà, la simpatia non fa parte della vostra natura. Neppure la tortura, che il santo procura al proprio corpo, fa parte della sua natura. Egli si comporta in modo innaturale per guadagnare il vostro rispetto, per soddisfare il suo ego. Il suo interesse non è la crescita spirituale, il suo interesse è ottenere la rispettabilità ed essere adorato come un dio. Ed è pronto a fare qualsiasi cosa per ottenere la rispettabilità e l’adorazione.
Vive in un’illusione e crea una grande illusione in coloro che vanno da lui. Li aiuta a sentirsi religiosi, li convince di essere spirituali, poiché rispettano e adorano un santo. Essi non sono ancora pronti ad applicare a se stessi simili pratiche ascetiche, ma sperano che un giorno… Questo è il loro ideale. E dimenticano completamente di essere degli esseri umani invidiosi. Il santo li aiuta a dimenticare la loro invidia, li aiuta a reprimerla.
Il mio lavoro è inevitabilmente del tutto diverso. Io voglio provocare la vostra invidia, perché è l’unico modo per liberarvi da essa: prima dovete riconoscere di averla, dopo potrete abbandonarla lungo il cammino, poiché è fonte di infelicità e crea un inferno. Però potete reprimerla tanto in profondità, da non sollevare neppure il problema di abbandonarla lungo il cammino.
Ho vissuto nell’abbondanza perché secondo me non esiste una divisione tra la sfera materiale e quella spirituale.
Insegnarvi a vivere in povertà è pericoloso: sareste poveri materialmente, ma sareste poveri anche spiritualmente, poiché non esiste una divisione tra i due mondi. Io vi insegno a vivere in modo ricco, nell’abbondanza, materialmente e spiritualmente – in entrambi i mondi. Il problema non è se dovete vivere nell’abbondanza materiale o nell’abbondanza spirituale. La questione fondamentale è se dovete vivere nell’abbondanza e nella ricchezza – che è il modo di vivere naturale, esistenziale. La pulsione fondamentale del vostro essere è fiorire nell’abbondanza e conoscere tutti i colori e tutti canti e gustare tutte le bellezze della vita.
Di certo è inevitabile che mi trovi in conflitto con le vecchie tradizioni, poiché in tutto il passato dell’umanità è stata elogiata la povertà – rendendola un sinonimo di spiritualità – e questa è un’assurdità madornale.
La spiritualità è la maggior ricchezza che possa accadere a un essere umano e contiene tutte le altre ricchezze; non è contraria a nessun’altra ricchezza, è semplicemente contraria a qualsiasi tipo di povertà. Quindi, il tentativo da me fatto è qualcosa di talmente radicale, da essere destinato a creare antagonismi in ogni angolo del mondo; è inevitabile! L’umanità ha vissuto credendo in certi valori tanto a lungo – sebbene quei valori abbiano creato soltanto infelicità – da non riuscire a vederne il nesso con la propria infelicità. Quei valori non hanno appagato l’umanità, non l’hanno soddisfatta – tuttavia essa non riesce a vedere il nesso tra questi e la propria infelicità.
Voglio che quanti si accompagnano a me diventino un simbolo… qualcosa che renda consapevole l’umanità intera che l’infelicità è causata dai falsi valori, e che è povera perché ha sempre rispettato la povertà e che questo suo atteggiamento è assolutamente folle. Da un lato la gente rispetta la povertà e dall’altro lato si dice: “Servi il povero”. Che stranezza! Se la povertà è tanto spirituale, la cosa più spirituale sarà far diventare povero ogni uomo ricco, aiutarlo a impoverirsi, in modo che possa diventare spirituale. Perché si deve aiutare il povero? Per distruggergli la spiritualità?
Purtroppo l’umanità è immersa in una grande inconsapevolezza, in una grande cecità: io sto lottando contro un’inconsapevolezza enorme e contro le tenebre. Naturalmente provoco molto risentimento. Mi avrebbero amato, mi avrebbero adorato, e sarebbe stato facile per me fare ciò che gli altri volevano, ma in quel caso avrei dato un seguito alla loro infelicità, ai vecchi mali, alla vecchia stupidità. Ho deciso di non essere rispettabile, ma di non alimentare un sistema di valori folle, insensato.
Si può constatare con grande facilità il motivo per cui gli asceti sono sempre rispettati – persone autodistruttive impegnate in una sorta di lento suicidio – li rispettate perché ciò che fanno è innaturale, e voi non riuscite a farlo: fanno qualcosa che voi non riuscite a fare. Se qualcuno si mette a testa in giù su una strada, immediatamente si raduna una folla, ma se tu cammini sulle tue gambe – la folla ti ignora.
Cosa fa quell’uomo per attrarre la folla? Qualcosa che la folla non riesce a fare: dimostra che la mente ha la meglio sul corpo, che lo spirito ha la meglio sulla natura. Torturando il corpo, egli dimostra di non essere il corpo, e di non subirne l’influenza. Digiunando, rimanendo sveglio oppure stando in piedi per molti giorni consecutivi, egli dimostra di poter fare ciò che voi non riuscite a fare: quindi è superiore a voi. Anche voi potreste fare ciò che fa il cosiddetto santo, basterebbe che foste un po’ stupidi e autodistruttivi e in preda a mania suicida. Avreste bisogno di provare solo un certo piacere nel dolore fisico – in tal modo potreste diventare grandi santi spirituali.
Ho fatto un’accurata ricerca nella storia e non ho trovato un solo uomo che si sia ribellato contro questo atteggiamento suicida verso la vita, questo atteggiamento contrario alla vita. Forse tutti avevano paura di non essere ascoltati, di perdere la rispettabilità.
Fin dall’inizio della mia vita, decisi di essere consapevole di una cosa, e cioè di non preoccuparmi affatto della rispettabilità. In questo modo, tutto è diventato semplice; in questo caso posso fare tutto ciò che è naturale e salutare. E posso creare un ponte tra la materia e lo spirito, tra questo mondo e il mondo trascendente.
Secondo me, vivere nell’abbondanza è l’unica cosa spirituale che esista al mondo.
Osserva l’esistenza e la sua abbondanza. Che bisogno c’era di una così grande varietà di fiori? Le rose sarebbero state sufficienti, ma l’esistenza è abbondante: milioni e milioni di fiori, milioni di uccelli, milioni di animali – tutto in abbondanza. La natura non è ascetica: danza dovunque – negli oceani, fra gli alberi. La natura canta dovunque – nel vento che passa attraverso i pini, negli uccelli… Che bisogno c’era di milioni di sistemi solari e che ogni sistema solare avesse milioni di stelle? Sembra non ce ne fosse bisogno, se si trascura il fatto che la natura stessa dell’esistenza è abbondanza, che la sua essenza è la ricchezza e che l’esistenza non crede nella povertà. Osserva la natura, osserva l’esistenza e vedrai che tutto ciò che ha fatto l’uomo è contrario alla vita.
Il mio sforzo consiste nel riportare l’uomo al proprio essere naturale.
Sarò condannato, sarò criticato. Ogni religione, ogni tradizione, ogni forma di moralità, ogni codice etico mi condannerà. Non mi sorprende! Me lo aspetto, perché ciò che faccio e dico è destinato a cambiare il corso stesso della consapevolezza umana.
Non penso che, torturando il tuo corpo, tu riesca a meditare più facilmente: al contrario, se il tuo corpo si trova a proprio agio, tu riesci a meditare con maggior facilità. Non penso che, mentre stai digiunando, tu riesca a meditare. Riusciresti soltanto a pensare al cibo: sogneresti il cibo, tutto qui. Ma se sei sazio e ben nutrito, non pensi al cibo – non ne hai bisogno. Il tuo corpo è completamente appagato e non ti disturba.
Vivere in modo piacevole e vivere gioiosamente non è contrario alla meditazione. Di fatto è la base necessaria alla meditazione. Conosco molti tipi di asceti, ma non ho mai visto in loro una traccia di intelligenza. Non ho mai visto una traccia di creatività. Non ho mai visto nei loro occhi una luce trascendente, non ho mai visto nei loro gesti un messaggio inesprimibile con le parole. Non hanno niente di tutto ciò; digiunano soltanto, perché digiunare appaga il loro ego: più digiunano e più torturano il corpo, più gente arriva per adorarli.
Secondo me, questo è stato soltanto un capitolo folle nella storia dell’umanità: bisogna chiuderlo. È arrivato il tempo di aprire un capitolo nuovo – naturale, esistenziale, affermativo della vita –, occorre creare un ponte tra il corpo e l’anima… non una barriera, ma un ponte.
Non c’è alcun bisogno di guerre e conflitti. Lottando contro se stesso l’uomo non guadagna niente: lentamente si autodistrugge, tutto qui. E la maggioranza dei vostri cosiddetti santi è mentalmente ammalata, e ha trasmesso la sua malattia all’umanità intera.
La tua domanda è significativa. In continuazione mi è stato chiesto: “Le persone spirituali sono rispettate dovunque, perché tu vieni biasimato in ogni angolo della Terra?”
La mia risposta è semplice: “Un fatto solo è certo: o non sono spirituali loro, o non sono spirituale io. Non possiamo essere spirituali entrambi, questo è certo. Per quanto mi riguarda, io affermo che quelle persone sono malate – non sono affatto spirituali – e sono adorate da una società malata”.
È un circolo vizioso: la società crea dei santi-malati e i santi-malati creano una società malata, e questo si perpetua nel tempo. Io non condivido questa malattia: la cosiddetta spiritualità. Io sono soltanto un essere umano soddisfatto, appagato, realizzato. Cosa potrei volere di più? E la spiritualità cosa potrebbe essere più di questo?
Voglio che la gente sia soddisfatta e appagata e questo viaggio verso la soddisfazione e l’appagamento, verso l’illuminazione, dovrebbe cominciare dal corpo. Non potete cominciare da nient’altro. Potete cominciare soltanto dall’inizio. Non potete ignorare le radici e continuare soltanto ad apprezzare i fiori: se non vi prendete cura delle vostre radici, i vostri fiori moriranno e dovrete sostituirli con fiori di plastica. Pensate che ci sia qualche conflitto tra le radici e i boccioli? Vivono tutti della stessa linfa: dovete cominciare dalle radici, perché i fiori arriveranno soltanto alla fine.
Invece, nei confronti dell’essere umano abbiamo rasentato la follia: non ci siamo mai curati delle radici e abbiamo sempre parlato soltanto della fioritura. Diciamo alla gente di non essere violenta, di essere compassionevole, di essere amorevole – tanto da riuscire ad amare perfino i nemici, tanto da riuscire ad amare anche i vicini di casa. Parliamo sempre dei fiori, ma nessuno prende mai in considerazione le radici.
La domanda è: “Perché non siamo esseri amorevoli?”
Il problema non è che tu sia amorevole verso questa o quella persona, verso l’amico o verso il nemico. Il problema è se sei amorevole o se non lo sei. Ami il tuo corpo? Ti sei mai curato di accarezzare amorevolmente il tuo corpo? Ami te stesso? No, tutte le vostre religioni insegnano: “Odia te stesso, perché sei una persona sbagliata e devi essere raddrizzato, perché sei un peccatore e devi diventare un santo”. Come potresti amare te stesso? Non riesci neppure ad accettarti come sei! E queste sono le tue radici!
Io ti insegnerò ad amare te stesso. E se riuscirai ad amare te stesso, se potrai gioire nell’essere come sei, il tuo amore si espanderà naturalmente. Diventerà un’aura intorno al tuo essere: amerai gli amici, e in un certo senso amerai anche i tuoi nemici – infatti, proprio come sei definito dai tuoi amici, allo stesso modo sei definito dai tuoi nemici… L’inimicizia di tutta una vita è un rapporto, un rapporto profondo. Quindi l’uomo consapevole ama anche il proprio nemico – non per motivi spirituali, ma per la semplice ragione che il nemico lo definisce e fa parte della sua esistenza. Senza di lui, nella sua vita si apre un vuoto che nessun altro può riempire.
Il problema non è “ama i tuoi nemici” come ha detto Gesù. Questo è un comportamento egoistico: “Ama il tuo nemico, perché tu sei un essere spirituale superiore e lui è un comune essere umano, quindi amalo e mostragli il vero cammino della spiritualità”. Questo è soltanto un appagamento del tuo ego.
Anch’io ti dico: “Ama il tuo nemico”, ma non per lo stesso motivo. Ti dico: “Ama il tuo nemico” perché ti definisce, fa parte di te, come tu fai parte di lui – ciò accade non solo con l’amico, ma anche con il nemico. Il fatto di amarlo non ti renderà “più santo di lui”. Questo significa soltanto comprendere come funziona la psicologia.
Ama te stesso, ma puoi amare te stesso solo dopo aver abbandonato l’idea di essere un peccatore. Puoi abbandonare l’idea di essere un peccatore, solo dopo aver abbandonato l’idea dell’esistenza di un Dio.
Se Dio esiste, tu sei un peccatore e non puoi essere altro che questo. Se Dio esiste, tu sei un peccatore; sei stato scacciato dal regno di Dio e sarai accettato di nuovo soltanto se diventerai obbediente – tanto obbediente da donare la tua individualità a un dio ipotetico, che non hai mai visto e che non vedrai mai.
Le vostre religioni non vi permettono di amare voi stessi, eppure poi vi dicono tutte queste stronzate sull’amare i vostri nemici e i vostri vicini di casa. Puoi vedere il punto essenziale: se non riesci ad amare te stesso, non riuscirai ad amare nessun altro al mondo. L’energia d’amore deve sgorgare dal tuo cuore e nel tuo cuore c’è un peccatore, condannato a priori e in attesa di essere sbattuto nell’inferno.
Ho sentito raccontare… Nel Medioevo, quando la gente, le donne in particolare, erano più ingenue, più sempliciotte, c’erano dei predicatori cristiani che le minacciavano abitualmente predicendo loro il fuoco dell’inferno, descrivendo le loro torture nei minuti dettagli. Accadeva normalmente che molte donne perdessero i sensi, ascoltando la predica in chiesa – spaventate dal fuoco dell’inferno e dalle torture descritte nei minimi dettagli. Quelle donne avrebbero potuto accettarsi così com’erano? No!
Tutte le religioni si basano su un unico concetto: come dovresti essere. Il loro concetto è come dovresti essere, non come sei. Condannano ciò che sei, premiano invece il concetto “come dovresti essere” e questo “come dovresti essere” è l’opposto di “come sei”.
Tu non riesci ad amare te stesso, tua moglie non riesce ad amare se stessa – e ci si aspetta che entrambi vi amiate! Non capisco come sia possibile. Potete fingere di amarvi, ma fondamentalmente vi odierete, perché tua moglie sa che la stai trascinando sempre di più all’inferno, e tu sai che lei ti sta trascinando sempre di più all’inferno – come potete amarvi? Gesù è stato astuto: ha detto che dovete amare i vostri nemici, ma non ha detto niente sull’amore per il coniuge. Strano, sarebbe stata la prima cosa da ricordare: “Ama il tuo coniuge”. No, non ha mai parlato di questo.
Le religioni hanno sempre parlato dei fiori, io sto lavorando con le radici. E sono contrario ai fiori di plastica. I fiori veri hanno molte differenze, i fiori di plastica sono immutabili – e l’amore in plastica sarà immutabile. Il fiore vero non è permanente, cambia attimo per attimo: oggi danza nel vento, nel sole e nella pioggia; domani non riuscirai più a trovarlo – è sparito misteriosamente così com’era apparso. L’amore vero è simile a un fiore vero.
Invece, tutte le religioni vi insegnano l’amore di plastica. Quindi distruggono la possibilità stessa di conoscere il fiore vero. Il fiore vero ha una propria fragranza, il fiore di plastica non ha niente che possa contribuire alla vostra vita. Sembra un fiore, ma non lo è. Il fiore di plastica è facile da mantenere: non ha bisogno di essere innaffiato, non ha bisogno che curiate le sue radici. Il fiore vero necessita di una certa creatività da parte vostra. Ogni valore reale necessita di creatività.
Osservate i vostri santi: nessuno fra loro è creativo. Le loro virtù sono soltanto risibili – qualcuno può giacere in una tomba per sette giorni, e se è ancora vivo, quando lo tirate fuori, diventa un grande santo. In questo non vedo nessun contributo all’umanità, né alcuna creatività. Potrebbe rimanere in una tomba per settecento anni, per l’umanità non cambierebbe niente. Come può un uomo diventare santo dopo esser rimasto chiuso in una tomba per sette giorni, dopo aver imparato una tecnica per trattenere il respiro?
All’inizio di questo secolo, Paul Brunton, un grande ricercatore, girando da una nazione all’altra in tutto l’Oriente, si imbatté in molte persone adorate come santi. In India, ad Ajmer, si imbatté in un santo musulmano che riusciva ad abbassare i bulbi oculari, fino a farli pendere fuori dalle orbite – era la sua unica virtù. Era adorato dappertutto, perché faceva qualcosa di veramente impossibile.
Incontrò anche un santo yogi in grado di bere qualsiasi veleno. Aveva dimostrato questa sua conquista in molte università – a Oxford, a Cambridge, a Varanasi, a Calcutta. Ma a Calcutta gli accadde un incidente. Aveva l’abilità di trattenere il veleno nel corpo, senza farlo entrare in circolazione nel sangue, soltanto per mezz’ora: gli era impossibile trattenerlo più a lungo. Si era esercitato per tutta la vita per riuscirci, ma a Calcutta il traffico lo sconfisse.
Sapete tutti che in India c’è un traffico pazzesco: sulle strade transitano veicoli di tutti i tempi – il carro trainato da buoi, la carrozzella trainata da un cavallo o da un asino, la carrozza tirata da un cammello, carri, automobili, autobus e tram. In particolare a Calcutta potete trovare veicoli di tutti i tempi. Potete trovare tutto: dal primo veicolo inventato dall’uomo fino all’automobile più moderna. È sufficiente stare sull’angolo di una via e guardare.
Quel santo yogi rimase imbottigliato nel traffico e non riuscì a raggiungere il luogo verso il quale era diretto per vomitare il veleno, e questa era la sua arte: poteva tenere in corpo il veleno per mezz’ora, poi doveva vomitarlo – per non lasciarlo entrare in circolazione nel sangue. Arrivò troppo tardi: il veleno entrò in circolazione e il santo morì. Era famoso in tutto il mondo. Qual è stato il suo contributo all’umanità?
Non riesco a concepire perché simili uomini siano definiti “santi”. Potrebbero forse essere definiti esperti in certi campi, hanno delle capacità, che però non hanno niente a che fare con la spiritualità. In nome della spiritualità avete adorato vere e proprie insensatezze. Dietro queste assurdità c’è l’uomo reale – che soffre e del quale nessuno si prende cura e che nessuno considera. Nessuno si occupa di lui e dei suoi problemi, nessuno risponde alle sue necessità reali.
Tutto il mio lavoro consiste nel creare un nuovo inizio, e questo mi attirerà inevitabilmente la condanna e il biasimo del mondo intero. Ma non importa – chi se ne frega!
A me interessano soltanto coloro che sono pronti a cambiare il corso stesso della consapevolezza umana. Offendo gli altri, do fastidio agli altri, irrito gli altri e suscito in loro gelosia. Questo fa parte della mia strategia. Di fatto li sto mettendo a nudo di fronte al mondo: se hanno un po’ di intelligenza, capiranno.
Novantatré Rolls Royce… ma alla fine non mi sono neppure voltato indietro a guardarle e a chiedere dove sono finite.
Le Rolls Royce non erano mie e io sono felice adesso senza di loro, così com’ero felice con loro. Non sono mai andato al garage a vederle. Avesh, il responsabile del mio garage, adesso è qui. Gli ripetevo sempre: “Un giorno verrò…”, ma quel giorno non è mai arrivato. Non ho mai visto quelle automobili tutte insieme. Avesh aveva il compito di portarmene una ogni giorno per la mia ora di guida: la scelta era sua. Non mi sono neppure voltato indietro a guardarle.
Quelle automobili hanno adempiuto il loro compito: hanno suscitato gelosie in tutta l’America, in tutte le persone più ricche. Se quella gente fosse stata abbastanza intelligente, invece di diventare mia nemica sarebbero venuta da me per trovare il modo di liberarsi dalla loro invidia: quello è il loro problema! L’invidia è un fuoco che ti brucia, e ti brucia nel modo peggiore: tu sei nelle mani di qualcun altro.
Negli Stati Uniti ero soltanto un turista e ho dato fastidio a tutta l’America. Avevano abbastanza denaro per comperare tutte le Rolls Royce che volevano; ma non avevano il coraggio di farlo. Mi hanno condannato definendomi un materialista.
Rimarrete sorpresi nell’apprendere che un arcivescovo, che mi condannava di continuo come materialista, alla fine mi inviò una lettera riservata nella quale scriveva: “Sarebbe un gesto veramente compassionevole da parte sua, donare alla mia chiesa una delle sue Rolls Royce. Possedere novantatré o novantadue Rolls Royce per lei non creerebbe alcuna differenza – ma farebbe una grande differenza per noi”. E mi condannava pubblicamente ogni domenica nella sua chiesa. La sua condanna non era determinata dal mio materialismo, nascondeva piuttosto la sua invidia.
I politici, i ricchi erano in grado di permettersi qualsiasi Rolls Royce – di cosa si preoccupavano? La loro preoccupazione consisteva nel fatto che un turista – che non era neppure in possesso di un visto valido – fosse riuscito a superare i loro super ricchi, il fatto era insopportabile, li feriva! Se fossero stati abbastanza intelligenti, avrebbero capito che dietro quelle automobili doveva esserci uno scopo. Che non poteva essere una semplice ora di guida quotidiana: per questa sarebbe stata sufficiente una sola Rolls Royce.
Ogni azione della mia vita ha uno scopo: è uno stratagemma per portare alla luce qualcosa che è in voi e della quale non siete consapevoli.
Se siete intelligenti, accettate di liberarvi di qualcosa che è un veleno e che vi sta uccidendo. Una mente invidiosa è incapace di amare, una mente invidiosa è incapace di essere felice: non soltanto è incapace di essere felice, ma è anche incapace di vedere qualcun altro felice. Di questo tipo di persone è stracolma la Terra. E i vostri cosiddetti santi non hanno saputo aiutare nessuno; anzi, i vostri cosiddetti santi hanno sfruttato quella gente.
È divertente! I vostri cosiddetti santi vi stanno sfruttando – presentandosi a voi in povertà e torturando se stessi – vi aiutano a non sentirvi invidiosi e a non sentirvi feriti. Così proteggono il vostro ego. Non è un fatto a senso unico: ecco perché dico che è divertente. È uno strano gioco: essi vi aiutano a rimanere nella vostra infelicità, nella vostra follia, e voi li aiutate a perseverare nella loro vita fatta di mania suicida e di torture – è un mutuo accordo che coinvolge l’intera umanità e che la mantiene in uno stato infernale.
Anche la Comune in America è stato uno stratagemma che ha raggiunto il suo scopo. Ha reso consapevole la gente che su questa Terra è possibile essere felici ed essere in amore: non è necessario aspettare di andare in paradiso. Inoltre, non riesco a capire: qualcuno che non ha mai danzato e cantato sulla Terra, a cui venga data un’arpa, quando entra in paradiso… cosa potrebbe mai fare con quell’arpa? Si sentirebbe perduto! Chiederebbe: “Cos’è e cosa dovrei farne di questa arpa?”
Soltanto la mia gente sarebbe in grado di suonare subito qualcosa, qualsiasi strumento fosse dato loro in mano. Non si tratta solo di essere felici… Ci sono molte altre implicazioni! Se sulla Terra per tutta la vita hai imparato soltanto a torturarti, cosa potresti fare in paradiso? L’auto-tortura è ormai diventata una seconda natura per te!
Mi rammento una storia… Un uomo bellissimo, Eknath, stava per iniziare un pellegrinaggio insieme ai suoi discepoli. Un ladro molto noto si avvicinò e chiese al Maestro: “Sebbene io sia un peccatore – tu mi conosci, tutti sanno che sono un ladro – è sorto in me un grande desiderio di venire in pellegrinaggio con te, se mi accetti nel tuo gruppo. Siete in trenta persone: una persona in più non farà molta differenza…”
Eknath rispose: “Non c’è niente di male, ma a una condizione: mentre sarai con me… e il pellegrinaggio durerà nove mesi” – infatti dovevano attraversare tutto lo Stato a piedi per visitare tutti i luoghi santi, cantando e danzando – “non dovrai rubare niente sia alle persone del gruppo, sia a chiunque altro nei villaggi nei quali sosteremo. Devi smettere di rubare per nove mesi. Se me lo prometti, ti accetto”.
L’uomo rispose: “Ti prometto che non ruberò assolutamente niente per i prossimi nove mesi!” Ma dopo due o tre giorni cominciarono i guai. Cominciarono ad accadere cose strane: il portamonete di uno veniva trovato nel bagaglio di un altro, il soprabito di uno veniva trovato nella borsa di qualcun altro! Strano… quegli spostamenti erano davvero insoliti.
Alla fine, Eknath dovette vegliare tutta una notte per vedere cosa accadeva, poiché questi episodi erano davvero fastidiosi. Ogni mattino, ciascuno doveva cercare dove fossero finite le sue cose: si ritrovava sempre tutto, ma era un bel fastidio! Eknath sospettava che quell’uomo fosse la causa di tutto il trambusto e infatti lo era. Nel bel mezzo della notte, egli cominciò a cambiare posto alle cose, e Eknath lo colse in flagrante. Lo redarguì: “Mi avevi promesso che non avresti più rubato!”
Rispose: “Sto tenendo fede alla mia promessa: infatti non rubo. Ma non ti ho mai promesso che non avrei spostato le cose da una borsa all’altra – questo non è rubare. Non metto nessuna cosa d’altri nella mia borsa. Ma devo esercitarmi … altrimenti in nove mesi dimenticherei il mio mestiere! Inoltre, non riuscirei a dormire se non facessi qualcosa: è un’abitudine di tutta una vita”.
Eknath rispose: “Capisco il tuo problema, ma anche tu devi capire il mio: ogni mattino tutti sono infastiditi e sottosopra – a uno mancano i soldi, a un altro manca la camicia e a un altro ancora manca la coperta. Ogni mattino, dobbiamo perdere un’ora per trovare tutte queste cose”.
Ma il ladro obiettò: “Almeno questo devi tollerarlo, non ti ho mai promesso di non farlo. E non faccio granché – soltanto per un’ora ogni notte – poi riesco a dormire tranquillo”.
Un uomo che si è torturato per tutta la vita – pensate che potrebbe essere felice in paradiso? Avrà dimenticato come si sorride e che cosa sia la gioia. No, io vi dico che l’intero passato dell’umanità è stato orribile e folle: ha creato un tipo di spiritualità che è soltanto un sinonimo di schizofrenia. Io devo lottare contro questa falsa spiritualità, costi quel che costi!
Qualcuno deve alzare la mano e dire alla gente: “Siete stati fuorviati. La prova è la vostra infelicità: non occorre nessun’altra prova”.
Tratto da: Beyond Psychology, capitolo 9