QUALCOSA DI SIMILE AL RESPIRO…
Ci hanno detto che la gente che lavora all’interno della Comune, chi guida bulldozer, ad esempio… quella è la loro meditazione. Sei d’accordo con questo?
Dovrai comprendere cosa intendo io con meditazione.
Meditazione significa: presenza cosciente, consapevolezza, mindfulness. Quindi, qualsiasi cosa fai, falla consapevolmente, tutto qui; non farla in modo meccanico.
Io posso muovere la mia mano in modo meccanico; posso muoverla con estrema consapevolezza, con presenza assoluta. Ed esiste una differenza di qualità. Quando muovi la mano con consapevolezza, c’è grazia, quando la muovi come un gesto meccanico non c’è alcuna grazia, nessuna bellezza.
Quando stai facendo un qualsiasi lavoro… Tutte le vecchie religioni ti hanno detto che la tua è una religione della domenica! Ogni domenica devi andare in chiesa, poi sei libero per sei giorni. La cosa è davvero strana: per sei giorni Dio ha creato questo mondo; fu incredibilmente creativo, in sei giorni ha creato questo intero universo, e il settimo giorno non viene affatto detto che andò in chiesa.
In realtà, dopo quei sei giorni se n’è andato per un lungo weekend ed è stato davvero lunghissimo! Secondo i cristiani, sono trascorsi seimila anni; secondo gli hindu, ne sono passati novantamila… questo weekend sembra essere senza fine!
Per sei giorni tu fai di tutto, e il settimo giorno vai in chiesa, preghi, e la tua religione finisce lì.
Altre religioni ti danno venti minuti di meditazione: siediti al mattino e medita per venti minuti. Queste non sono meditazioni.
La meditazione dev’essere qualcosa di simile al respiro: non puoi andare in vacanza, anche quando dormi devi continuare a respirare. Pertanto, qualsiasi cosa stai facendo anche il semplice respirare… ebbene, inspira consapevolmente: mentre inspiri, resta attento e presente; mentre espiri, resta attento e presente.
Stai meditando.
Mentre cammini, basta che procedi consapevolmente e stai meditando.
La mia meditazione non è qualcosa di separato dalla vita, è qualcosa che si deve diffondere in tutta la vita.
Tutta la tua vita ne deve essere colorata.
Quindi, qualsiasi cosa fai: fai l’amore, ma la meditazione permane; non la puoi abbandonare neppure mentre fai l’amore. Non è come gli occhiali, non puoi togliertela.
È simile agli occhi: sono sempre presenti! Non li puoi semplicemente togliere e poi rimettere.
La mia meditazione è un metodo che porta a essere consapevole di qualsiasi cosa fai, pensi, senti. A tutti e tre i livelli devi diventare consapevole.
Viene un momento in cui perfino mentre ti addormenti… perfino in quel momento, mentre ti siedi sul letto, siediti consapevolmente, sdraiati con consapevolezza. Attendi il sonno pienamente consapevole: quando viene, come viene, come lentamente discende su di te, in che modo il tuo corpo inizia a rilassarsi, in quali punti c’erano delle tensioni e come adesso la tensione se n’è andata.
Verrà un giorno, viene sicuramente, in cui il corpo si sarà addormentato e la meditazione ancora sarà presente, una fiamma che arde in te pienamente cosciente.
Questo è il momento in cui dico che la tua meditazione è completa.
Adesso puoi meditare perfino mentre dormi. Dunque, non c’è problema: mentre sei sveglio sarai in grado di meditare, senza problemi. E l’uomo che riesce a meditare nel sonno sarà capace di meditare anche morendo, perché il processo è lo stesso. Così come nel sonno lentamente, molto lentamente scendi in profondità dentro di te – il corpo è lasciato lontano, rilassato; la mente rallenta, i pensieri continuano a scomparire… esattamente la stessa cosa accade nella morte.
Un uomo che conosce la meditazione, non muore mai: resta vivo, consapevole. Mentre la morte accade, lui è presente.
Quando a Socrate fu dato il veleno, raccolse tutti i suoi discepoli. Uno dei discepoli chiese: “Prima di lasciarci, per favore, puoi dirci se l’anima sopravviverà o no?”
Socrate disse: “Di nuovo stai facendo una domanda stupida: lasciami morire e vedere! Io morirò pienamente consapevole. Esistono solo due possibilità: potrei andarmene, finire per sempre insieme al mio corpo, e allora non resterebbe nessuno che possa essere consapevole; oppure il corpo morirà e io mi sposterò in qualche altra forma. Ma prima di morire, come posso dirlo? Sono così eccitato…”
E l’uomo che stava preparando il veleno, stava ritardando, perché amava Socrate: tutti gli volevano bene perfino l’uomo che gli stava per dare il veleno, tardava… Socrate disse: “Questo non è giusto. È venuto ormai il tempo perché ti faccia avanti”.
L’uomo che stava preparando il veleno disse: “Devi essere pazzo, Socrate! Io sto ritardando il procedimento, solo perché tu possa vivere un po’ di più”.
Socrate disse: “Ho vissuto abbastanza a lungo, e ho vissuto così totalmente, che non penso di aver lasciato nulla di non vissuto. La mia vita è completa, non sprecare tempo! Sono eccitato dall’esperienza della morte, voglio vedere la morte.”
Ebbene, quella è proprio la situazione di qualsiasi meditatore: vuole vedere anche la morte. Vederla, implica che ne sei separato: tu sei qualcosa di eterno. E questa esperienza dell’eternità, dell’immortalità è l’autentica religione; non adorare un dio, non una sacra bibbia, non una Gita. Quelle sono cose per persone ritardate!
OSHO: “The Last Testament” vol. 2 # 15
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SE L’1% MEDITASSE…
Un giorno o l’altro, l’umanità diventerà collettivamente cosciente. La possibilità esiste, ma nessuno sa quando arriverà: passeranno milioni di anni e milioni di persone dovranno diventare dei Buddha, prima che questo possa accadere. Poi, un giorno, sarà possibile che la “buddhità” si trasformi in un fenomeno naturale.
Prima di allora, però, occorre lottare individualmente. Non si può stare ad aspettare quell’epoca, sarebbe un’attesa suicida. E se tutti si mettessero ad aspettare, quel momento non arriverebbe mai, perché richiede che un certo numero di anime individuali siano già diventate dei Buddha.
Negli ultimi decenni, sono stati condotti alcuni esperimenti sulla meditazione. Si è scoperto che se in un paesino il numero di meditatori raggiunge l’uno per cento – per esempio, se in un paese di cinquecento persone cinque cominciano a meditare – il tasso di criminalità scende immediatamente. La gente commette meno crimini solo perché l’uno per cento della popolazione sta meditando: quell’uno per cento ha ripercussioni sulla consapevolezza di tutti. E stiamo parlando del semplice meditare, non dell’essere dei Buddha.
Se l’uno per cento dell’umanità raggiungesse lo stato di Buddha, la qualità collettiva cambierebbe; la consapevolezza diventerebbe più facile, forse addirittura naturale e spontanea.
Dunque, se stai aspettando, la tua attesa è vana. Se ciascuno di noi aspettasse la venuta di quell’era, non arriverebbe mai; fai qualcosa al riguardo, perché in tal modo creerai una situazione in cui diventerà sempre più semplice e probabile la sua venuta per tutti
OSHO: “Il potere della fragilità” #7 Bompiani Editore
LA MEDITAZIONE NON È ALTRO CHE ASSOLUTO RILASSAMENTO
” Come generare tale rilassamento assoluto dipende da molte cose. Esistono mille e un metodo per crearlo. I miei metodi sono concepiti per creare in te, come prima cosa, la massima agitazione, affinché al tuo interno non resti nulla in sospeso. Una volta espulsa ogni agitazione, ti sarà facile passare al rilassamento, perché non vi saranno più disturbi.
Ai tempi del Buddha, tecniche così dinamiche non erano necessarie: la gente era più semplice e autentica, la vita era più reale; ora invece la vita è molto repressa, irreale. Si sorride quando non se ne ha voglia, si mostra compassione quando si è arrabbiati; la gente è falsa, tutto il suo modo di vivere è ipocrita. La cultura nel suo insieme è come una grande menzogna: le persone stanno recitando, non vivono; per questo nella mente si accumulano tante cose in sospeso e mai concluse.
Dunque, iniziare sedendosi direttamente in meditazione non funzionerà: non appena ti siedi in meditazione, in te si scatena ogni sorta di subbuglio. Restare in silenzio ti sembrerà praticamente impossibile. Pertanto, inizia espellendo quelle cose, così da raggiungere uno stato di rilassamento naturale. La vera meditazione comincia solo quando sei rilassato.
Quindi, tutte le meditazioni dinamiche sono una preparazione alla vera meditazione, ne costituiscono un requisito fondamentale che permette alla meditazione di accadere. x
Non considerarle vere meditazioni; sono soltanto introduzioni, prefazioni.
La vera meditazione inizia soltanto al cessare di ogni attività, sia del corpo sia della mente.”
OSHO “The discipline of transcendence” vol. II, #5
CAMBIARE LE ABITUDINI DELLA MENTE
“La meditazione ti darà un’intelligenza sempre maggiore, un’intelligenza infinita, un’intelligenza sfavillante. La meditazione ti renderà più vivo e sensibile. La tua vita diventerà più ricca.Ti sei mai sentito una vittima della mente: sommerso dalla negatività, dall’ansietà, dalla frustrazione, dal giudizio?Quello che segue è una semplice strategia meditativa per trasformare ogni pensiero di cui non riesci a liberarti.
Quando senti che nella mente sta sorgendo un giudizio (o qualche altro pensiero ostinato), cambia il tipo di respirazione: vedrai subito un cambiamento, e cioè che il giudizio scompare.
Quando vuoi cambiare qualche schema mentale che è ormai diventato un’abitudine, la cosa migliore è agire sul respiro. Tutti gli stati della mente sono associati con particolari ritmi di respirazione.
Cambia la maniera di respirare e la mente cambierà subito, all’istante. Prova. Ogni volta che ti accorgi che sta emergendo un giudizio, che stai ricadendo in una vecchia abitudine, butta subito fuori il respiro, come se insieme a esso tu volessi gettar via anche il giudizio. Espira profondamente, tirando in dentro lo stomaco e senti – visualizza mentre butti fuori l’aria – che l’intero giudizio è stato buttato fuori. Poi inspira profondamente – aria fresca – per due o tre volte, e osserva cosa succede. Ti sentirai come nuovo: la vecchia abitudine non ce l’ha fatta a prender piede. Inizia con l’espirazione, non con l’inspirazione.Quando senti che vuoi far entrare qualcosa, comincia con l’inspirare.
Se vuoi buttare fuori qualcosa, comincia con l’espirare e osserva come questo influenzi immediatamente la mente. E non preoccuparti troppo, perché proprio questa preoccupazione dà ancora più energia al giudizio, lo rafforza.
Fa’ come ti dico e vedrai che la mente si occupa subito di qualcosa d’altro, è arrivata aria nuova. Non sei più sul vecchio binario, non tornerai alla vecchia abitudine.
Questo funziona con tutte le abitudini.
Se fumi, ad esempio, quando hai un forte desiderio di fumare e non vuoi farlo, espira subito profondamente ed elimina così questa urgenza. Poi inspira e vedrai che la voglia di fumare non c’è più.
Questo può diventare uno strumento molto importante per la trasformazione interiore.”
OSHO: “Hammer on the Rock”
SMETTI DI FARE, OSSERVA!
Amato Osho, ti ho sempre sentito dire: “Smetti di fare. Osserva”. Di recente, altre volte ti ho sentito dire che la mente dovrebbe essere il servo, anziché il padrone. Sembra che non ci sia altro da fare eccetto osservare, ma la domanda continua a ripresentarsi: “C’è qualcosa che si può fare con questo servo disubbidiente, oltre che osservare?”
“Non c’è altro da fare con questo servo disubbidiente, all’infuori che osservare. In apparenza sembra una soluzione troppo semplice per un problema così complesso, ma questo fa parte dei misteri dell’esistenza: il problema può essere molto complesso, ma la soluzione rimane semplicissima.
Osservare, essere un testimone, essere consapevole sembrano piccole parole per risolvere l’intera complessità della mente. Milioni di anni di patrimonio culturale, tradizioni, condizionamenti, pregiudizi…come possono scomparire solo osservando? Eppure scompaiono, Gautama il Buddha era solito ripetere: “Se le luci della casa sono accese, i ladri non si avvicinano a quella casa, sapendo che il padrone è sveglio”. La luce si vede dalle finestre, dalle porte, puoi vedere che la luce è accesa e non è questo il momento di entrare in casa. Quando le luci sono spente, i ladri sono attratti verso la casa; il buio diventa un invito. Come Gautama il Buddha era solito dire, esattamente la stessa è la situazione per ciò che riguarda i tuoi pensieri, immaginazioni, sogni, ansietà… la tua mente nella sua interezza – l’insieme di tutta la tua mente.
Se il testimone è presente, è simile alla luce: i ladri iniziano a disperdersi; e se i ladri vedono che il testimone è assente, iniziano a chiamare amici e parenti e quant’altri: “Venite”.
Il fenomeno è semplice, del tutto simile alla luce: nel momento in cui accendi la luce, il buio scompare; ma tu non domandi: “La luce è abbastanza forte per far scomparire il buio?”
No, la semplice presenza della luce è assenza di buio e l’assenza della luce è presenza del buio; la presenza del testimone è assenza della mente e l’assenza del testimone è presenza della mente.
Quindi, nel momento in cui inizi a osservare, poco alla volta, appena l’osservatore si rafforza, la tua mente diventa più debole e, nel momento in cui realizza che l’osservatore è diventato maturo, immediatamente si sottomette come un bravo servitore. È un meccanismo: se arriva il padrone, la macchina può essere usata; se il padrone non c’è oppure sta dormendo profondamente, allora la macchina continua a gestire la situazione e fa tutto quello che può da sola. Non c’è nessuno che dà ordini e che si impone: “No, fermati! Questo non dovrebbe essere fatto”. In quel caso la mente piano piano inizia a convincersi di essere lei stessa il padrone; e per migliaia di anni è rimasta il tuo padrone; per cui,quando provi a diventare il testimone, la mente si oppone, avendo completamente dimenticato di essere solo un servo: sei stato assente così a lungo che non ti riconosce; per questo c’è conflitto tra l’osservatore e i pensieri.
Ma la vittoria finale sarà tua, sia la natura che l’esistenza vogliono che tu sia il il padrone e la mente il tuo servo. Allora le cose sono in armonia e la mente non può sbagliare: in quel caso tutto è esistenzialmente calmo, rilassato, silenzioso, fluisce verso il suo destino.
Non devi fare altro che osservare.”
OSHO: “Satyam Shivam Sundram” #22