“Se riesci a essere padrone del tuo respiro diventerai padrone delle tue emozioni.”
“Non hai mai osservato che il respiro cambia con il cambiare delle emozioni? Quando sei arrabbiato, respiri in un certo modo; cerca di osservare come respiri quando sei in collera e poi, quando ti senti andare in collera, prova a respirare in maniera diversa: non riuscirai ad arrabbiarti. Ti puoi arrabbiare solo con una respirazione particolare.
Quando sei innamorato, osserva il tuo respiro: il suo ritmo, la musica, l’armonia. Disturba quell’armonia, e l’amore svanirà. Oppure, crea quell’armonia e apparirà l’amore.
Se riesci a essere padrone del tuo respiro – ed è una scienza profonda – diventerai padrone delle tue emozioni. Mentre fai l’amore, osserva come respiri: quella respirazione è fondamentalmente legata all’atto sessuale. Non puoi fare nulla che non sia profondamente collegato al respiro.
Se non cerchi di comprendere e di usare il tuo sistema respiratorio, non potrai entrare in meditazione. Il respiro è il ponte che lega la tua parte cosciente con l’inconscio. L’inconscio continua a cambiare il ritmo della tua respirazione, quindi se diventi consapevole di questo ritmo e dei suoi mutamenti continui, puoi acquistare consapevolezza delle tue radici inconsce, di come opera l’inconscio.
Di conseguenza, tramite il ritmo della respirazione, si possono conoscere molte cose, anche nel sonno: un osservatore può guardare il tuo respiro e saprà se hai un sogno collerico. Se fai un sogno erotico lo si può osservare dall’esterno: sarà evidente in quanto il tuo respiro avrà un certo ritmo.
Se osservi il ritmo della respirazione di un Buddha, vedrai che è diverso dal tuo: resta costantemente invariato. Mentre un Buddha dorme, il ritmo non cambia mai. Quando è sveglio, sia che parli o che sia in silenzio, il ritmo rimane invariato.
Quindi, nell’arco della giornata, si può prestare attenzione a tre elementi nella respirazione. Innanzitutto devi respirare profondamente, per tutto il giorno. Con ritmo e in silenzio. Non in modo forzato, ma profondo: lentamente e profondamente. Crea un ritmo silenzioso e sentiti rilassato in quel ritmo, non essere innaturale, e conserva quel ritmo per l’intera giornata. Ogni volta che te lo ricordi, respira profondamente, in maniera rilassata e silenziosa, con un ritmo musicale. Sentine la musica. Il respiro ha in sé una musica!
Come seconda cosa, osserva il tuo respiro, osservalo semplicemente. Quando espiri, accompagnati al respiro. Quando inspiri, rientra anche tu con lui. Esci ed entra con ogni respiro. Seguilo! Se riesci a osservare il respiro, diventerà profondo, silenzioso, ritmico. Seguendolo cambierai moltissimo, perché questa consapevolezza costante ti distaccherà dalla mente. L’energia che normalmente accompagna il pensiero, passerà all’osservazione. Questa è l’alchimia della meditazione: trasformare l’energia impegnata nel pensiero in osservazione.
Come trasformare l’energia impegnata nel pensiero in osservazione? Qui tornano utili gli stratagemmi fondamentali della meditazione: come non pensare e osservare, come non essere un pensatore ma un testimone.
Osserva dunque il respiro per l’intera giornata. Ma non essere teso. Se ti tendi, si perde lo scopo. Rimani rilassato. Limitati a osservare. Gioca, non trasformarlo in un impegno.
Ogni volta che te lo ricordi, osserva il respiro. Se te ne dimentichi, non è un male: te ne sei dimenticato! Ma quando te ne ricordi, riprendi a osservare. Accadrà. Piano piano comincerai a osservare. E attraverso questa osservazione, la qualità dell’energia cambierà. L’osservazione non ti darà spazio per pensare, sarà un ottimo diversivo.
Come terza cosa, usa il respiro come elemento di consapevolezza sia della vita sia della morte. Quando espiri, l’espirazione è associata alla morte. Quando inspiri, il respiro è associato alla vita. Con ogni espirazione muori, e con ogni inspirazione rinasci. La vita e la morte non sono due cose separate, divise: sono una cosa sola. E a ogni istante sono presenti entrambe.
Ricordati: quando espiri, percepisci la morte. Non lasciarti prendere dalla paura, perché disturberà il respiro. Accettala: l’espirazione è morte. E la morte è bella, è rilassante.
Ogni volta che ti senti rilassato, emetti un “ahhh” profondo, ed espira. Rilassati profondamente in quell’espirazione. E quando inspiri, di nuovo senti: “Ah! La vita sta ritornando”, sei rinato. Crea un flusso circolare: la vita e la morte. Segui il respiro e siine consapevole. È una pulizia profonda. Muori con ogni espirazione, e con ogni inspirazione rinasci.
Per tutto il giorno, ventiquattro ore su ventiquattro: ogni volta che ne sei consapevole, ricordalo. Questo cambierà totalmente la qualità della tua mente. Se l’espirazione diventa morte, e tu muori a ogni istante, cosa accade? La tua morte implica che stai morendo al passato, il vecchio uomo non esiste più. E se devi morire a ogni istante, non vi è futuro. Il momento successivo è una morte, per cui non ti puoi proiettare nel futuro. Per te esiste solo e unicamente questo momento, questo singolo istante, questo momento atomico. E perfino in questo stesso istante dovrai morire e rinascere.
Pensa al concetto della reincarnazione non in termini di vita ma in termini di respiro. A ogni istante sarai rinnovato, riequilibrato, sarai fresco. Di nuovo un bambino, senza pesi derivati dal passato, né ansietà per il futuro. Il momento presente è sempre privo di ansia: l’ansia è creata solo dal passato o dal futuro.
Ricordalo, e non limitarti a ricordarlo: praticalo.”
OSHO: “Cogli l’attimo”– Feltrinelli Editore